IL MONFERRATO
Una terra nata da una storia d’amore: c’è forse qualcosa di più affascinante?
La leggenda, trascritta da Iacopo d’Acqui e resa immortale da Giosuè Carducci, narra del marchese Aleramo, nato nell’Abbazia di Santa Giustina a Sezzadio, durante il pellegrinaggio dei genitori, nobili tedeschi. Cresciuto da una famiglia locale, entra nell’esercito alla corte di Ottone I e si innamora della figlia Adelasia, contro il volere del padre, con la quale fugge in Italia e procrea. Come nelle fiabe, Ottone li perdona e concede ad Aleramo tante terre quante egli fosse riuscito a percorrere senza fermarsi: tre giorni e tre notti di folle corsa per delimitare il territorio con un cavallo ferrato e un mattone per battere i chiodi. Mattone ferrato, in dialetto piemontese “mun” “fra”, da cui Munfrà, ovvero Monferrato.
E poi, oltre la leggenda, la storia: Aleramo è esistito davvero, come attesta un diploma del 967 con cui Ottone I lo nominò Marchese dei tre Comitati di Savona, Acqui e Monferrato. Area storico-geografica, questa del Piemonte, prevalentemente collinare, situata tra il Tanaro e il Po, tra la collina torinese e l’Appennino ligure, compresa, quasi interamente dal punto di vista amministrativo, nelle attuali province di Alessandria e Asti.
Foto di Jana Sebestova e Federico Fracchia